Il Vangelo di Marco 16 termina con le seguenti parole: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.” Che bella descrizione di cosa si intende per attività evangelizzatrice nella Chiesa in ogni tempo! Il Signore risorto “operava con loro” (in greco synergeo), o “impegnato in uno sforzo collaborativo con loro”, così che attraverso la loro proclamazione piena di fede del vangelo, la sua potenza salvifica si mostrava a coloro che ne avevano più bisogno.

Un buon esempio di tale collaborazione è il ministero nelle carceri del mio amico John. Fa regolarmente volontariato in carceri ed in centri di riabilitazione, portando l’amore e la compassione di Cristo ai detenuti. In una giornata tipo, aveva riunito alcuni detenuti a pregare, ed ecco cosa avvenne:

Un detenuto di nome Rick disse che aveva mal di schiena. Pregai per questo ed il mal di schiena sparì. Poi ebbi un’ispirazione dallo Spirito Santo di domandargli se avesse una gamba più corta dell’altra. Lui mi rispose che non lo sapeva, ma che era stato sottoposto ad un intervento chirurgico all’anca. Lo feci sedere per verificare. Dissi alla dozzina di uomini che si trovavano nella stanza di mettersi attorno e di osservare. Gesù non mi deluse. La gamba crebbe fino ad essere della stessa lunghezza dell’altra. Tutti furono sbalorditi, perché lo videro avvenire sotto i loro occhi. Usai questa occasione per evangelizzare e parlare dell’amore di Dio e come non solo vuole guarire le malattie fisiche, ma desidera guarire la relazione di Rick con Lui, e questo vale per tutti noi.

Quel giorno i detenuti ricevettero non solo un’ottima catechesi, ma una dimostrazione visibile della potenza e della misericordia di Gesù che cambiò radicalmente la loro vita.

Per più di mezzo secolo la Chiesa ha richiamato ad una nuova evangelizzazione. Il richiamo è iniziato nel Concilio Vaticano II, che impostò il rinnovamento della Chiesa per proclamare il Vangelo in maniera più efficace nel tempo attuale. Dopo il Concilio Papa Paolo VI dichiarò coraggiosamente, «L’evangelizzazione è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua più profonda identità. Essa esiste per evangelizzare». Ogni successivo Papa ha ripetuto il medesimo messaggio. Papa Francesco lo proclama nell’Evangelii Gaudium citando i Vescovi latinoamericani: hanno affermato che «non possiamo più rimanere tranquilli, in attesa passiva, dentro le nostre chiese» e che è necessario passare «da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria». La Chiesa tutta è invitata a riscoprire la sua identità come ‘una comunità di discepoli in missione’.

Davanti a questo ripetersi continuo della chiamata dal seggio di Pietro, è saggio chiedersi di tanto in tanto, come stanno andando le cose nella nuova evangelizzazione? In molte parti del mondo, la risposta onesta è: “Non molto bene!” In Europa e nel Nord America, il numero di Cattolici praticanti è in rapido declino e questo è ancora più grande fra i giovani. Un recente sondaggio negli Stati Uniti, ha indicato che per ogni adulto che si unisce alla Chiesa Cattolica, 6,5 persone la lasciano; i ricercatori hanno notato che in nessun altro gruppo religioso si evidenzia un rapporto così alto fra perdite e ingressi. In America Latina, il continente più Cattolico del mondo, milioni di persone hanno abbandonato la Chiesa Cattolica per unirsi ai gruppi Evangelici o Pentecostali. In alcune parti dell’Africa e dell’Asia, la Chiesa cresce, ma anche lì, pochi Cattolici si sono pienamente risvegliati per seguire la chiamata ad essere discepoli missionari.

Questa risposta mediocre alla chiamata, pone la domanda: cosa manca? Cosa non funziona, che in realtà dovrebbe funzionare, per far decollare la nuova evangelizzazione? Potrebbe essere che stiamo perdendo qualcosa nel Grande Mandato che il Signore stesso ci ha dato?

Credo che la domanda potrebbe aver risposta tornando alle Scritture, in cui troviamo il racconto della prima evangelizzazione – la straordinaria diffusione del Vangelo nel mondo di allora. Nel Nuovo Testamento scopriamo come un piccolo gruppo di pescatori, esattori delle tasse e altri tipi di persone ordinarie, che sono addirittura violentemente perseguitatori, “hanno messo sottosopra il mondo” per Gesù (cf. At 17,6). La loro proclamazione della Buona Notizia della salvezza in Cristo, fu così efficace che a metà del IV secolo, quando l’essere cristiani diventò senza rischi, i cristiani stessi erano quasi la metà della popolazione dell’Impero Romano. Come mai si è verificata una crescita esponenziale di tale portata?

Gesù insegnò ai suoi discepoli che la loro missione è radicata nella Sua missione: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”(Gv 20,21). Gesù è quindi il nostro modello. La sua missione è iniziata formalmente al momento del suo battesimo da parte di Giovanni Battista nel fiume Giordano, un atto di umile obbedienza al piano del Padre. Immediatamente dopo i cieli si aprirono, lo Spirito Santo discese in forma di colomba, e Gesù udì la dichiarazione d’amore del Padre: “Tu sei il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto”(Lc 3,22). Il Vangelo non riporta che i cieli si richiusero. Questo significa che Gesù visse sotto un cielo aperto! Dopo il suo battesimo, era “pieno di Spirito Santo” e “nella potenza dello Spirito” andò in Galilea cominciando il suo ministero di insegnamento, di guarigione e di liberazione (Lc 4, 1-14). È da quel giorno in poi, e non prima, che Lui cominciò a esercitare il suo ministero con potenza. Nonostante Lui sia il Figlio di Dio, Gesù scelse di vivere come un uomo, dipendente dallo Spirito Santo.

Dopo aver resistito alle tentazioni di satana nel deserto, Gesù si recò nella sinagoga di Nazareth e pronunciò il suo sermone inaugurale, nel quale riassunse la sua missione come Messia. Prese il rotolo del profeta Isaia e lesse una profezia messianica: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.” (Lc 4, 18-19). Gesù ha poi dichiarato che questa profezia si era realizzata in Lui. È infatti la “Esplicitazione della sua missione”, la descrizione perfetta di quanto è venuto a fare sulla terra. È stato unto dallo Spirito Santo in modo da essere inviato in tutti i luoghi dove gli uomini sono legati, ciechi, malati, oppressi, colpevoli, miserabili, in modo da proclamare la Buona Novella della salvezza e dimostrarlo visibilmente, liberando effettivamente le persone. Gesù ci insegna che il vangelo che Lui predica è la buona novella perché viene con potenza! In altre parole, senza potenza il Vangelo non sarebbe la Buona Novella.

Un esempio può aiutare a chiarire questo principio base. Immaginate una prigione sotterranea, oscura, umida, nella quale sono rinchiuse e incatenate centinaia di persone; sono sporche, affamate, infreddolite, malate, amareggiate e disperate. Supponete che qualcuno entri ed annunci ad alta voce: “Ehi tutti voi! Ho buone notizie: vi annuncio che c’è un salvatore che è venuto ad aprire le porte della prigione e a lasciare liberi tutti i prigionieri. Volevo solo farvi sapere questo. Buona giornata”. Poi questa persona esce dalla prigione, lasciando tutti i prigionieri incatenati come prima.

È forse stata una buona novella questo messaggio? Ovviamente non è affatto una buona novella se quanto è stato annunciato non avviene. Così è per il Vangelo: il Vangelo è una buona novella perché viene con potenza per far avvenire quello che annuncia – guarigione, libertà, perdono, benedizione e salvezza.

Un’altra verità immensamente importante è insita nella dichiarazione della missione di Gesù in Luca 4, 18-19. Gesù attribuisce tutte le grandiose opere che sta per compiere – le guarigioni, i miracoli, il cacciare i demoni, il predicare con autorità, che preparano la venuta del Regno di Dio – non alla sua onnipotenza come Figlio di Dio, ma all’unzione dello Spirito Santo discesa su di lui nella sua natura umana. La ragione per cui ciò è estremamente importante è che Lui ha promesso di dare a noi, suoi discepoli, lo stesso Spirito che aveva unto Lui. Come la sua missione è stata fondata sull’essere riempito e rafforzato nella sua natura umana dallo Spirito Santo, così la nostra missione è anch’essa fondata sull’essere riempiti e rafforzati dallo Spirito Santo, che è stato effuso la prima volta a Pentecoste e che adesso è imposto attraverso i sacramenti del Battesimo e della Cresima e la cui presenza deve essere continuamente rinnovata nella vita di un cristiano. Dopo che Gesù dichiarò l’essenza della sua missione, prese a fare come aveva detto.

Da quel momento, una grande parte dei vangeli riguarda i resoconti delle guarigioni, liberazioni e miracoli da Lui compiuti. Ripetutamente i vangeli riassumono il suo ministero con frasi come questa: “Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Mt 4, 23).

Le guarigioni ed i miracoli di Gesù non possono essere separati dalla sua predicazione. Non sono solo una prova esplicita della buona novella che Lui predica; sono la loro personificazione. Essi manifestano visibilmente che il regno è presente. Essi dimostrano in maniera potentemente convincente che il suo messaggio è vero: Lui è veramente il Messia, è il vincitore del peccato e di ogni male; ha compassione per tutti i malati e per tutti i peccatori, ed è venuto per liberare le persone. Dopo essersi reso un modello di come si evangelizza, Gesù ha dato il mandato ai suoi seguaci di continuare la sua missione. Ordinò loro di predicare il vangelo come lo aveva fatto lui: non solamente a parole ma in opere soprannaturali che avrebbero dimostrato la verità di quanto dicevano. Istruì i dodici: “E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni” (Mt 10, 7-8).

Molti cristiani adesso, leggendo questo mandato straordinario, ritengono che valga solo per gli apostoli. Ma invece questa ipotesi non ha motivo di essere, poiché Gesù, più tardi, invia un gruppo di 72 discepoli, che rappresentano i discepoli di tutti i tempi e dà loro essenzialmente lo stesso incarico: “Quando entrerete in una città e vi accoglieranno…curate i malati che vi si trovano e dite loro: si è avvicinato a voi il regno di Dio” (Lc 10,8-9).

Analogamente, alcuni lettori del Vangelo ritengono che questo mandato si riferisse solo alla prima generazione di cristiani, durante il periodo della crescita iniziale della Chiesa. Ma la Scrittura non consente una conclusione simile, poiché il Signore Gesù Risorto ripete, anche poco prima dell’ascensione, come un ordine ed una promessa validi per sempre:

“Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”(Mc 16, 15-18)

Gesù non ha detto “questi segni accompagneranno grandi santi”, oppure “questi segni accompagneranno alcune persone straordinariamente dotate”, ma “questi segni accompagneranno quelli che credono, cioè i cristiani. Ha pronunciato una simile promessa durante l’Ultima Cena: “In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.” (Gv 14,12)

Come può il Signore aspettarsi che i cristiani ordinari facciano delle cose straordinarie o addirittura impossibili? Il Signore rivela il segreto di queste ultime parole prima di ascendere in cielo “Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni” (At 1,8). È lo Spirito Santo che investirà i discepoli con “potenza dall’alto” (Lc 24, 49) per compiere opere che sono al di là delle possibilità umane, e che perciò dimostrano che Gesù Cristo è veramente vittorioso sopra il peccato, satana e sopra la morte.

Il giorno di Pentecoste la promessa di Gesù si compì. Lo Spirito Santo discese sui Cristiani riuniti nella sala al primo piano, in presenza di un vento impetuoso e lingue di fuoco. L’amore di Dio cominciò a bruciare dentro di loro, la loro timidezza e la loro paura scomparvero e furono riempiti di un coraggio straordinario. Spinti dall’amore di Cristo, fecero esattamente quello che Lui aveva ordinato: andarono dappertutto a proclamare il vangelo, accompagnati da guarigioni, miracoli, segni e prodigi.

Uno straordinario esempio del loro dinamismo di evangelizzazione è la missione di Filippo, uno dei sette diaconi ordinati, in Samaria. Giudei e samaritani non avevano buoni rapporti, a dire poco. Però Filippo, un giudeo, arriva in un villaggio samaritano proclamando Gesù, un Messia giudeo, e udite udite, folle di persone credono e vengono battezzate! Luca ci racconta il motivo: “Le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati” (At 8,6-7). Con le loro orecchie ascoltarono il messaggio verbale del vangelo; con i loro occhi videro i segni che accompagnarono e visibilmente confermarono la verità del messaggio.

Le potenti opere che accompagnarono l’evangelizzazione non cessarono con l’era apostolica. Le scritture dei Padri attestano che miracoli avvenivano spesso non solo da grandi vescovi ed evangelizzatori, ma da gente comune. Effettivamente questi segni furono una ragione importante per la rapida crescita della Chiesa nei tempi antichi. Il regno di Dio irrompeva visibilmente in una società che si trovava in tenebre morali e spirituali, con le conseguenti incertezze emozionali e fisiche.

Il sole di giustizia era sorto con raggi benefici nelle sue ali! (Ml 3,20). Sant’Ireneo di Lione ci dà una idea di quello che era la Cristianità a quel tempo, nel terzo secolo: (I cristiani) operano miracoli nel suo Nome per il benessere di altri, secondo i doni che ognuno ha ricevuto da Lui. Per alcuni, il dono di esorcizzare, così che coloro che sono stati purificati dagli spiriti malvagi, spesso credono in Cristo e si uniscono alla Chiesa. Altri hanno il dono di prevedere gli eventi che avverranno; hanno visioni e profetizzano. Altri ancora guariscono i malati imponendo le mani su di loro, e li risanano. Inoltre, alcuni defunti furono risuscitati e rimasero fra di noi per molti anni.

In tempi meno lontani, segni e miracoli divennero meno frequenti per le opinioni errate sui doni dello Spirito che cominciarono a diffondersi. Ma non sparirono del tutto dalla vita della Chiesa, specialmente in periodi di intensa evangelizzazione.

San Francesco Saverio, il grande gesuita evangelizzatore, portò il Vangelo nell’Estremo Oriente. In una delle sue lettere dall’India, ha descritto cosa fece quando fu sommerso da richieste di visite e di preghiere per i malati dai villaggi vicini.

“Mi era impossibile soddisfare tutti… così inventai un modo per servire tutti allo stesso momento. Poiché non potevo andare io stesso, inviai bambini, dei quali mi fidavo, al posto mio. Mi recai dai malati, radunai le loro famiglie ed i vicini, recitai il Credo con loro, ed incoraggiai i sofferenti a credere con una fiducia certa e ben fondata alla loro guarigione. Dopo questo, recitarono le preghiere della Chiesa. Per farla breve, Dio fu commosso dalla fede e dalla pietà di questi bambini e degli altri, e guarì un gran numero di malati sia nel corpo che nell’anima. Come è stato buono con loro! Fece in modo che le malattie dei loro corpi fossero occasione per chiamarli alla salvezza, e li attirò alla fede Cristiana quasi per forza”.

Guarendo le persone attraverso la fede di questi bambini, il Signore inviava un potente messaggio alla gente che San Francesco stava evangelizzando: non avete bisogno di essere un missionario europeo per essere uno strumento della potenza guaritrice di Dio. Non avete bisogno di essere un sacerdote, o uno studioso, o un santo. Non avete neanche bisogno di essere un adulto! Avete bisogno solamente di avere un cuore pieno di una semplice fede nel Signore Gesù, come quello dei bambini.

Oggigiorno il Signore Gesù ricorda alla sua Chiesa che Lui è vivo e quanto ha fatto allora, fa ancora adesso. Il mio amico Tom, un medico, imparò questo concetto qualche anno fa quando andò in missione in Messico. Andò con un team per servire i poveri che vivevano in una discarica, guadagnandosi da vivere con quanto riuscivano a tirar fuori dalla discarica.

Tom forniva assistenza medica a quelli che poteva aiutare, ma i casi più gravi li mandava al gruppo di preghiera!

Quando le persone arrivavano alla tenda ambulatorio, molti di essi erano afflitti da malattie permanenti che non potevo trattare in maniera appropriata. Il mio cuore si spezzava per non poter far niente. La cosa migliore che potevo fare a molti di loro era di dargli un pacchetto di antidolorifici che avrebbe allieviato per un po’ la loro sofferenza.

Una vecchietta, piegata per fratture da osteoporosi della schiena, entrò appoggiandosi a un bastone. Era chiaro che viveva con dolori quotidiani.

Commosso fino alle lacrime, le diedi due pacchetti di antidolorifici – e poi la mandai al gruppo di preghiera. Un po’ più tardi la vidi tornare nella tenda ambulatorio. Stava dritta e mi lanciò il bastone ridendo e gioiosamente disse che non aveva più dolori! Poi vidi un uomo che aveva subìto una frattura al collo; la sua testa era piegata permanentemente verso il basso così che il suo mento gli toccava il petto. Andò alla preghiera e tornò dicendomi: “Nada.” Senza dolori. Il suo collo si era raddrizzato. Poi un uomo con un’enorme ernia – sparita. Un altro uomo con un tumore allo stomaco – sparito.

Quando tornai negli Stati Uniti, uno dei miei amati pazienti denunciava un tumore ad un polmone ed era prevista un’operazione per asportargli il polmone: mi si spezzò il cuore, perché era stato un alcolizzato ma aveva frequentato gli alcolisti anonimi ed era tornato sobrio. Aveva anche incontrato Gesù e appassionatamente condivideva questa esperienza con altri. S u a figlia era distrutta perché aveva l’impressione che solo adesso stava conoscendo suo padre. Gli raccontai del Messico e gli chiesi se mi avrebbe permesso di pregare per lui. Pregammo, chiedendo a Gesù se poteva far sparire il tumore o che almeno l’operazione fosse senza complicazioni ed efficace. Quando andò all’ospedale per fare la radiografia prima dell’intervento, non c’era alcun tumore! Sono passati due anni e le radiografie sono sempre quelle.

La straordinaria presenza di segni e prodigi attuali non è qualcosa di alieno per la Chiesa Cattolica. È un ritorno alla normalità. È la riscoperta di qualcosa che appartiene al nostro DNA: la potenza dello Spirito Santo ed i suoi doni soprannaturali come normale dote, data dal Signore Risorto, come “equipaggiamento” per tutti i battezzati credenti in vista della loro missione evangelizzatrice.

Le persone oggi, come le persone nel I sec. d.C., non hanno solo bisogno di un messaggio: hanno bisogno di incontrare un Salvatore potente, che abbatte le prigioni, spezza le catene, guarisce e libera! E ancora una volta, il Signore riveste i suoi figli con potenza dall’alto per renderli capaci di portare la Buona Novella fino agli estremi confini della terra.

 

 

Dot.ssa Mary Healy, STD

Conferenza dei Leader, 6 giugno 2019

 

 

 

 

 

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