Domande e risposte
Commissione dottrinale – International Catholic Charismatic Renewal Services
Anno 2018
La Chiesa insegna con una visione ponderata in merito alla formazione di gruppi di laici e associazioni. I laici hanno il diritto di fondare e controllare i gruppi; però i gruppi non devono essere autoreferenziali ma dovrebbero servire la missione della Chiesa nel mondo (vedi Concilio Vaticano II, Decreto sull’Apostolato dei laici, 19):
Come ha scritto Giovanni Paolo II nella sua lettera Apostolica Cristifideles Laici (29), prima di tutto, i laici sono liberi di formare dei gruppi nella Chiesa, questo loro diritto è riconosciuto. Tale libertà è un vero e proprio diritto che non deriva da alcuna “concessione” dall’autorità, ma proviene dal sacramento del Battesimo che chiama i fedeli laici a partecipare attivamente alla comunione ed alla missione della Chiesa. A questo proposito il Concilio è stato molto chiaro: “Fintantoché si mantiene la giusta relazione con l’autorità della Chiesa, i fedeli laici hanno il diritto di fondare e gestire le associazioni e di associarsi a quelle che già esistono” (vedi codice del diritto canonico, 215).
Perciò i laici sono liberi di formare gruppi di preghiera carismatici, di dirigere tali gruppi, e di incontrarsi nei tempi e luoghi che scelgono. Tali gruppi devono mantenere una relazione filiale con il vescovo locale, che è responsabile della pastorale spirituale della sua diocesi. Se un gruppo si incontra in una parrocchia, dovrebbe riconoscere l’autorità del parroco, che è responsabile della corretta spiritualità e della fedeltà agli insegnamenti della Chiesa del gruppo stesso. Ciò però non significa che il parroco debba essere il responsabile del gruppo. La Chiesa riconosce e conferma il dono della ‘direzione dei gruppi’ ai fedeli laici, specialmente se essa è esercitata in accordo con i carismi delle persone.